Questo piatto è un gratin di patate a fiammifero e acciughe marinate. Per prepararlo servirebbe una confezione di ansjovisfiléer, filetti di papalina marinati che in Italia si possono trovare nel reparto food di qualche Ikea. La papalina (spattus sprattus) è un pescetto della stessa famiglia delle acciughe e delle aringhe, molto diffuso nell'Adriatico. In sostituzione delle ansjovis gli autori del libro "Nordic national recipes" suggeriscono delle aringhe salate ben sciacquate o delle aringhe marinate. Secondo me vanno benissimo delle piccole acciughe sotto sale diliscate e marinate per mezz'ora con aceto rosso e zucchero (3 cucchiai di aceto, 2 chiodi di garofano e 20 gr di zucchero bolliti insieme e poi versati su un etto di filetti di acciughe). Lo janssons frestelse fa parte della selezione di piatti dello smörgåsbord, la tavola di "antipasti" svedese. È una portata calda da mangiare dopo quelli freddi (aringhe e insalate) e quelli a temperatura ambiente (paté e salumi). Grazie al fatto che è buono mangiato ben caldo, lo janssons frestelse è il cugino svedese dello spaghetto di mezzanotte, un corroborante spuntino prima di affrontare la fredda strada del ritorno a casa. Infine due parole sul nome, che tradotto sarebbe "tentazione di Jansson". Come per il biff à la Lindstrom, anche per questo piatto ci sono tante storie che ne raccontano l'origine. Forse il nome deriva dal film omonimo uscito nel 1928, o forse risale alla metà dell'Ottocento e lo si deve al profeta e fondatore di una setta a Bishop Hill nell'Illinois, lo svedese Erik Janson (o Jansson) che, nonostante si professasse lontano dai piaceri, si lasciò tentare da questo fumante gratin ... ma non era un piatto svedese? per 4 persone - 6-7 patate medie
- 1 cipolla rossa
- 25 gr di burro + quello per la pirofila e la cottura
- 100 gr di ansjovisfiléer
- 2 dl circa di crema di latte
- pangrattato
- sale
Tritare la cipolla e soffriggerla nel burro con un pizzico di sale. Pelare le patate e tagliarle in julienne; sciacquarle per eliminare un po' di amido e scolare bene per asciugarle. Imburrare una pirofila di circa 20 x 30 cm e coprire il fondo con metà delle patate. Distribuire sulla superficie la cipolla soffritta ed i filetti di ansjovis. Coprire con le patate rimanenti e pressare con le mani per uniformare gli strati. Mescolare la crema di latte con il liquido di governo degli ansjovisfiléer (oppure con uno o due cucchiai della marinata se si usano le "ansjovis" fatte in casa) e versare sulle patate. Spolverare con del pangrattato in modo uniforme e cospargere la superficie con dei fiocchetti di burro. Cuocere in forno ventilato preriscaldato a 190°C per 45 minuti circa, la superficie deve risultare ben dorata. Servire ben caldo. Il piatto può essere preparato in anticipo e riscaldato in forno al momento di servirlo, con il riposo il gusto migliora. Il sale entra solo nella cottura della cipolla, non è una dimenticanza. emilia onesti |