Questo salmì, tratto da "Il grande libro della vera cucina toscana" di Paolo Petroni, come annotato in fondo dall'autore è noto semplicemente come cinghiale in umido. Le preparazioni in salmì e in civet sono cotture in umido diffuse in Italia per la selvaggina sia da piuma che da pelo. Il civet viene terminato con l'aggiunta del sangue dell'animale, il salmì vero e proprio prevede che la salsa venga passata al setaccio al termine della cottura. Come consigliato anche dal Petroni nelle pagine precedenti del suo libro è bene marinare la carne per 4-8 ore nel vino rosso con l'aggiunta degli odori (gli stessi che poi possono essere tritati e utilizzati per il soffritto iniziale) e degli aromi. per 4 persone - polpa di cinghiale [...] gr 800
- pomodori maturi o "pelati" gr 400
- olive nere gr 200
- una cipolla
- una carota
- un gambo di sedano
- 2 spicchi d'aglio
- alloro
- rosmarino
- noce moscata
- vino rosso
- olio d'oliva
- [brodo, opzionale]
- sale
- pepe
Tagliate la polpa a tocchetti, tipo "spezzatino". Metteteli in un tegame, salateli e fategli fare l'acqua tenendoli sul fuoco per qualche minuto. In una casseruola fate rosolare, in 8 cucchiai d'olio, un trito di cipolla, carota, aglio e sedano, unite anche l'alloro e un po' di rosmarino e fate appassire gli odori. Aggiungete i pezzi di cinghiale scolati e fateli colorire bene a fuoco vivace. Bagnate con un paio di bicchieri di vino, salate, pepate e cuocete lentamente. Quando sarà ritirato unite i pomodori e portate a cottura versando acqua o brodo caldo quando occorre. Mezz'ora prima di servire aggiungete le olive e profumate con noce moscata. Nota Il cinghiale in salmì è tipico della zona di Volterra, ma si trova anche altrove, spesso con il nome di "Cinghiale in umido". |