Il nome di questa minestra tradizionale per il giorno dei Santi deriva dal nome dialettale dei ceci, i cisi. La preparazione, tipica del Canavese, è il parente povero della tofeja, a base di ceci invece che di fagioli. Il testo è tratto dal libro "Una tavolozza di sapori regionali" di Giovanna Ruo Berchera ed è dello chef Gianluigi Giachino che, in fondo alla ricetta, ci fornisce tante indicazioni aggiuntive. per 4 persone - 300 gr di ceci secchi
- 60 gr di lardo
- una cipolla
- una carota
- una costola di sedano
- un porro
- uno spicchio d'aglio
- un mazzetto guarnito (timo, maggiorana, gambi di prezzemolo, salvia, alloro, rosmarino)
- un cucchiaio di farina
- olio di oliva
- sale
- pepe
Lavate bene i ceci e metteteli a bagno in acqua leggermente tiepida per una notte. Il giorno dopo lavate e tritate le verdure, fatele insaporire in una pentola con un cucchiaio di olio ed il lardo battuto dopodiché aggiungete i ceci scolati, fateli rosolare qualche istante poi spolverizzateli con la farina, rimestate per un minuto quindi versate due litri abbondanti di acqua e portate ad ebollizione aggiungendo anche il mazzetto guarnito. Cuocete con pentola coperchiata e su fuoco moderato per 2-3 ore salando e pepando solamente verso fine cottura. Varianti: la ricetta sopradescritta è la versione più magra della cisrà in quanto nella maggior parte dei casi viene aggiunto un piedino oppure una cotenna di maiale arrotolata e ben legata, insaporita con salvia, rosmarino, aglio e pepe [il "preive" che si usa nella tofeja]. Qualora a fine cottura dei ceci questi componenti del maiale non risultassero ancora cotti, si estraggono e si fanno cuocere a parte in un po' di brodo della cisrà. Alcune famiglie hanno anche l'abitudine di aggiungere delle costine di maiale e di mettere alcune patate che a fine cottura vengono schiacciate per addensare il brodo; in tal caso non viene utilizzata la farina. Nella stagione invernale, fino a qualche decennio fa era anche abbastanza diffusa l'abitudine di unire delle rape alle altre verdure. Per dare un tocco di colore e per ricordare l'antico soffritto, preparato con lardo o strutto, aglio, verdure ed erbe aromatiche, che un tempo si univa a fine cottura, oggi si può preparare una brunoise composta da carote, zucchine, sedano ed erbe aromatiche da aggiungere 10 minuti prima del termine della cottura. Servire con Rosso novello Piemonte |