Le crescentine sono un dolce della famiglia dei fritti. Hanno una parentela anche con i cenci di cui in pratica rappresentano una versione più spessa, lievitata e sicuramente meno decorativa. Le indicazioni sono tratte dal libro di Leo Codacci "Civilità della tavola contadina".   - 400 gr di farina
 - 100 gr di zucchero
 - ½ lt di latte
 - 100 gr di strutto
 - olio
 - lievito
 - sale
 - zucchero vanigliato
 
   In alcune zone della Toscana veniva fatto un tondone dolce al quale davano il nome di crescentina (nella zona di Marradi e Palazzuolo dicevano «cressentina») proprio perché era una pasta con lievito che la faceva «crescere». Era un lieto spettacolo l'arrivo delle crescentine in tavola e la massaia le preparava così con lo zucchero, il latte, lo strutto di maiale, l'olio d'oliva, il lievito in polvere, e la farina bianca.    La farina veniva messa su una spianatoia e poi lavorata bene con un po' di lievito e po' di sale ai quali si aggiungeva latte e strutto.    Dopo averla lavorata, si lasciava riposare per tre quarti d'ora (sotto una coperta come si faceva e si fa con il pane). Passato il tempo si riprendeva in mano e si tirava con il mattarello fino a farne una sfoglia di mezzo centimetro circa. Si tagliavano tanti piccoli quadratini che si friggevano in olio bollente. Cotti che erano, si passavano su carta gialla (che era anche assorbente e che può essere sostituita con carta da cucina [...]). Venivano spruzzate con zucchero vanigliato e servite calde.  |